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St. XXXIX. Avendo i Ferraresi cacciato Aldobrandino da Este per l’alterigia sua, s’elessero per signore Salinguerra Torelli, o Garamonti, com’altri vogliono. Ma poco dopo Salinguerra fu anch’egli cacciato; e fu restituito il dominio ad Azzo da Este figliuolo d’Aldobrandino. Vogliono nondimeno alcuni, che qui il Poeta alluda alla espulsione di qualunque altro signore più moderno.

St. XLI. Rondaccia è una specie di ronca, cioè un’arma in asta, adunca e tagliente.

St. XLVIII. Fare degli sbadigli, e far le crocette sono frasi volgarmente usate per dire, non v’è da mangiare; essendo appunto lo sbadiglio effetto della fame; e costumandosi da molti cristiani nell’atto di sbadigliare segnarsi in croce col dito grosso la bocca aperta. Il Poeta vi aggiunge a prova, così perchè pativano tutti del medesimo male que’ poveri assediati, come perchè lo sbadigliare d’un solo invita e sforza gli astanti, che mirano a fare lo stesso. Barotti.

St. LIII. Squarcina, specie di spada assai corta e larghetta, detta ancora mezza spada e coltella.

   Garzerina da Garza, che è una sorta di trina, che anche si dice bigherino; così il Vocabolario della Crusca. Bigherino poi e bighero è una sorta di fornitura fatta di fila a merluzzi: laonde bisogna dire, che il giacco di Guido Canossa fosse di maglia lavorata a foggia di merletti.

St. LXVI. I Reggiani appongono ai Modenesi, che mirano la luna nel pozzo, perchè veramente i Modenesi hanno in costume, quando veggono un pozzo, di correr subito a mirarsi dentro. E i Modenesi oppongono ai Reggiani, che abbiano le teste quadre, perchè realmente molti di loro le hanno così. Onde il Poeta finse, che quivi fossero loro quadrate da Marte.


CANTO QUINTO.


Stanza II. Il Bosio Duara signor di Cremona fu veramente allora in aiuto de’ Modenesi, e vi rimase prigione. V. Sigon. de R. Ital. l. 19.

St. XII. Verro vien detto il porco non castrato.

   Belletta è il fango formato dalla posatura delle acque.

St. XIII. Il Barotti è d’avviso, che il Poeta abbia qui voluto nel castigo di Nasidio rappresentare la pena e l’insulto, che Niccolò signore della Mirandola fece provare a Francesco di Passerino Bonacossi nemicissimo suo l’Agosto del 1328, secondo che