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non può gustare di cosa seria, che abbia fondamento di falsità sì evidente: perchè la fantasia dalle cose notissime non estrae fantasmi diversi da quel che sono (ragione che intese anche, ma non la disse Aristotile) oltre che parimenti sa ognuno, che ’l Colombo fu piuttosto gran prudente, che gran guerriero.

Essendo adunque tutti gli altri popoli di quelle parti ignudi e vili, a me non pare che si possa far combattere il Colombo, eccetto che co’ Cannibali, i quali, benchè andassero anch’essi nudi, erano nondimeno tanto fieri e gagliardi, che combattendo con archi grandi, e saette con punte di pietra avvelenate, si poteva dalla vittoria acquistar onore. Ma bisognerebbe avvertire di non introdurre, come gli altri, il Colombo con un esercito: perciocchè oltre l’esser chiaro ch’ei non condusse se non tre caravelle con poca gente; mentre si mette in campo con un battaglione di cinque o sei mila fanti o cavalli armati contra una moltitudine di gente ignuda, non gli si può fare acquistar fama eroica, sebbene i nemici fossero centomila; essendo cosa ordinaria, che i pochi armati e bravi vincano i molti disarmati e inesperti. E per questo l’Ariosto quando introdusse il suo Orlando contra moltitudine vile, l’introdusse sempre solo. Però anche il Colombo, se non si vuole introdur solo, si deve almeno introdurre con sì pochi compagni, che a que’ compagni ed a lui sia glorioso ed eroico il vincere.

Quanto agli amori, ognun sa parimente che le donne ritrovate dal Colombo erano brune, e andavano anch’esse ignude; però era vanità il fingere in loro bellezze diverse dal colore e dal costume di quelle parti. L’introdurre poi in India altra gente d’Europa diversa da quella del Colombo, che combatta con lui, è il maggior errore che si possa fare, venendosi