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220 | CANTO |
LIX.
Però doman su questo ponte stesso
Tutti vi sfido a singolar battaglia
Con lancia e spada, acciò che meglio espresso
476Si vegga chi di noi più in armi vaglia.
Qui tacque il Zabarella; e seguì appresso
Il grido universal della canaglia:
E fu accettata la disfida altiera
480Dai cavalier della contraria schiera.
LX.
Era nella stagion che i sensi invita
A ristorarsi omai la notte bruna;
E con luce scemata e scolorita
484S’era congiunta al sol l’umida luna:
La gente di Bologna, insuperbita
Dal passato favor della fortuna,
Dormia secura in aspettando l’ora
488Ch’esca Ramiro alla battaglia fuora:
LXI.
Quand’ecco, all’arma, all’arma; e d’orìente,
Volando, il grido a mezzogiorno arriva.
All’arma, all’arma, s’ode all’occidente:
492Rimbomba l’aria, e fa tremar la riva.
La sonnacchiosa e spaventata gente
Surgea confusa, e quinci e quindi giva
Ravvolgendo e intricando ordini e schiere,
496E cercando allo scuro armi e bandiere.
LXII.
Avean taciuto i Modanesi un pezzo
Per cogliere il nemico all’improvviso,
E da più parti riserrarlo in mezzo
500Per farlo rimaner vie più conquiso;
Parendo lor, che la vittoria avvezzo
L’avesse a trascurar quasi ogni avviso.
Presero il tempo, e ’l ritrovar distratto,
504E da simil pensier lontano affatto.