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NONO | 159 |
XXXIX.
Cozzarono i destrier fronte con fronte;
E quel del Cavalier dell’isoletta
Lasciò col suo signor l’altro in un monte,
316E via dritto passò come saetta.
Tosto risorse il cavalier del ponte
Bramando far del suo caval vendetta;
E a nuova lancia il giostrator richiese:
320Ed ei gli fu di ciò molto cortese.
XL.
Venne un altro corsier di pel roano,7
E su montovvi il cavalier d’un salto.
Sospese il fren colla sinistra mano
324E collo sprone il fe’ guizzare in alto;
E poichè si rimise in capo al piano
Lo sospinse di corso al fiero assalto:
Ma nell’incontro fu toccato appena,
328Che si trovò rovescio in sull’arena.
XLI.
Levossi e disse: Ecco lo scudo mio;
Ch’or veggio che se’ mago e incantatore,
Nè teco vo’ nè col Demonio rio
332Mettere in compromesso il mio valore.
Forse avverrà ch’ancor tu paghi il fio
Per altre mani, e con tuo poco onore,
Del mal acquisto: or qui ti resta intanto
336Col Diavolo ch’eletto hai per tuo santo.
XLII.
Dell’isola partissi in questo dire,
E nello scudo suo Tognon fu letto.
Dopo costui si vider comparire
340Due cavalier di generoso aspetto,
Che ’l giostratore andarono a ferire
L’un dopo l’altro con sembiante effetto.
Rupper le lance nell’argento terso,
344E l’uno e l’altro si trovò riverso.