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150 | CANTO |
III.
Contenea la disfida: Un cavaliero,
Per meritar l’amor d’una donzella
Ch’ha sovra quante oggi n’ha il mondo impero
28In esser valorosa, onesta e bella,
Sfida a colpi di lancia ogni guerriero,
Finchè l’un cada, e l’altro resti in sella.
Dall’abbattuto sol lo scudo ei chiede,
32E ’l suo darà se per fortuna cede.
IV.
Accettar la disfida i giostratori;
E quinci e quindi ognun stè preparato
Con pensier di dover co’ nuovi albori
36Del già cadente sol trovarsi armato.
Ma la notte avea appena i suoi colori
Tolti alle cose, e ’l mondo attenebrato,
Spiegando intorno il taciturno velo,
40Ch’una tromba s’udì sonar dal cielo.
V.
Al fiero suon trecento schiere armarse
Quinci e quindi, confuse e sbigottite;
Quando nel fiume una gran nave apparse,
44Che venia giù per l’onde intumidite;
E tanti razzi e tanti fuochi sparse,
Che tolse il vanto alla città di Dite.
Nave parea; ma in arrivando al ponte,
48Isola apparve, e la sua poppa un monte.
VI.
Orrido è il monte e di spezzati sassi,
E signoreggia un praticello ameno
Che lungo è intorno a centoventi passi,
52E trenta di larghezza, o poco meno.
La prora a combaciar col ponte vassi;
E quivi una colonna al ciel sereno
Fiamme spargea con sì mirabil arte,
56Ch’illuminava intorno in ogni parte.