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130 | CANTO |
III.
E poichè dalle spie certificati
Del vario fin della battaglia foro;
In dubbio se dovean per gli steccati
28Ripassar de’ nemici al campo loro,
O guazzando in disparte i lor soldati
Ricondur cheti a ripigliar ristoro;
A guazzo alfin passar fanti e somieri,
32E al ponte si drizzar co’ cavalieri.
IV.
E dato avviso al Potta in diligenza,
Perchè le sbarre a tempo e loco alzasse;
Delle spoglie de’ vinti, in apparenza
36Di Ferraresi, armar la prima classe.
E acciocchè l’arte lor maggior credenza
Tra gl’inimici all’arrivar trovasse,
Quando lor parve esser vicini assai:
40Viva Frarra, gridar: guardai, guardai.
V.
Gli abiti ferraresi e le favelle
Nel fosco della notte e ’n quel tumulto
Ingannaron cosí le sentinelle,
44Che fu il pensier de’ valorosi occulto.
Giunti nel campo, alzar fino alle stelle
I gridi e gli urli; e con feroce insulto
Trasser le spade, e apersero il cammino
48Dove più il ponte a lor parea vicino.
VI.
Eran confusi ancor gli alloggiamenti,
Gli animi incerti, e i corpi affaticati:
Quando dal suon de’ minacciosi accenti
52D’improvviso terror fur saettati.
Come scossi dal ciel folgori ardenti
Venian, di sangue e di sudor bagnati.
Manfredi e ’l buon Voluce alla frontiera,
56E in ultimo Roldan chiudea la schiera.