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90 | CANTO |
LXIII.
A manca man, dove un torrente stagna,
Con quattromila suoi mangiafagioli
Stava Bosio Duara alla campagna;
508Nè seco aveva i Cremonesi soli,
Ma quanti scesi giù dalla montagna
Eran mazzamarroni in vari stuoli.
E la cavalleria del buon Manfredi
512Copriva i fianchi della gente a piedi.
LXIV.
Ma incontro all’austro era nel destro corno
La bandiera real d’Enzio spiegata,
E Garfagnana seco, e quivi intorno
516La milizia del pian tutta schierata.
Regiamente pomposo era, quel giorno,
Di sopravvesta bianca e ricamata
D’aquile d’oro il re, con un cimiero
520Di piume bianche, e sopra un gran corsiero.
LXV.
Diciannov’anni il giovane reale
Non compie ancora, ed è mezzo gigante.
Bionda ha la chioma: e ’n tutto il campo eguale
524Non trova di valor nè di sembiante.
Se maneggia destrier, s’avventa strale,
Se move al corso le veloci piante,
Se colla spada o colla lancia fiede,
528Sia in giostra o sia in battaglia, ogni altro eccede.
LXVI.
Giva intorno esortando in ogni lato
A ben morir que’ poveri villani.
Ma il Potta in mezzo alla battaglia armato,
532D’ira e di rabbia si mordea le mani
Di non trovarsi allor Gherardo allato:
E consignando a Tommasin Gorzani
I Gemignani a piè con cambio secco
536In luogo del coltel mettea uno stecco.