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stretta alla cintura da una larga fascia di seta rossa, ricadente sul fianco destro in larghe frange.

I calzoneros invece erano indiani, di tela grossolana, di colore azzurro, scotennati all’esterno ed adorni di capelli umani di varie tinte; le gambe erano strette da mocassini di pelle di daino ricamati in azzurro.

Una lunga navaja spagnola, un po’ ricurva come i machetes messicani, le brillava sotto e sopra la fascia di seta rossa.

Era il terribile coltello di cui si serviva per scotennare i vinti nemici dalla pelle pallida.

Quantunque lord Wylmore, da vero inglese, non fosse facile a perdere il suo sangue freddo, rimase un po’ scombussolato dallo scatto di rabbia della sakem e soprattutto dall’espressione selvaggia che aveva improvvisamente alterati i lineamenti bellissimi di lei.

— Mia piccola tigre — disse — io non volere vedervi così.

«Voi vecchio, calmare nervi di miss rossa.

— Hug!...— fece il capo dei Corvi, senza interrompere la sua fumata e senza abbandonare il suo sedile.

— Lasciare pipa, voi, vecchio, e parlare una volta!... — gridò lord Wylmore.

Nube Rossa, come era sua abitudine, scrollò le spalle e fumò più forte che mai.

Minnehaha, tutt’altro che calmata, investì furiosamente il prigioniero.

— Cane d’un viso pallido!... — urlò, con voce fremente. — Vuoi tu dunque che alle capigliature dei yankees aggiunga anche quella d’una nuova razza?

Miss piccola tigre, calmare vostri nervi. Io essere inglese, figlio grande Inghilterra e mia capigliatura costare cara molto, molto.

— Dove sono quegli uomini? Voi dovete rispondermi.

— Io avere già risposto non sapere nulla. I bisonti marciare verso levante, io questo sì saperlo, ma uomini di mia scorta, no.

— È impossibile, voi non volete tradirli.

— Io non sapere niente.

— Ah!... Vedremo!...

Si slanciò verso un vecchio cofano e tolse una tibia umana: era l’ikkischota, il fischietto di guerra delle tribù indiane.

Un fischio lacerò l’aria e tosto sei indiani, guidati da Mocassino Rosso, irruppero nella tenda, precipitandosi sul disgraziato lord e riducendolo all’impotenza, prima ancora che avesse potuto fare un gesto per reagire contro quella brutale ed inaspettata aggressione.

— Che si innalzi il palo della tortura!... — gridò Minnehaha, con voce terribile. — Vedremo come questi uomini appartenenti ad una razza nuova sapranno sfidare i nostri tormenti.

Miss brigante — gridò lord Wylmore, il quale tentava, invano, di sfuggire alle strette di tutte quelle mani. — Mio grande paese ven-