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da disprezzare, essendo pur lui d’alta statura e ben piantato su due solidissime gambe che terminavano con due piedi veramente inglesi.

Per qualche minuto il lord ed il bandito si assaggiarono, per modo di dire, facendo una serie di finte, poi il secondo, premuroso di finirla per paura che le fiamme chiudessero l’ultimo passaggio della prateria, portò al primo un pugno terribile proprio in piena faccia.

Il lord, che aveva assai frequentate le scuole di pugilato di Londra, fu pronto a correre alla parata, ma non potè evitare interamente il colpo datogli da vero maestro dal bandito.

Si coperse la fronte, il naso e gli occhi e non riuscì in tempo a difendere anche la bocca, sulla quale s’abbattè, con grande impeto, il colpo.

— Aho!... — esclamò, balzando indietro.

Poi sputò una boccata di sangue insieme a due dei suoi lunghi e gialli incisivi.

Sandy Hook aveva mandato un urlo di rabbia.

— Imbecille che sono!... — esclamò, digrignando i denti. — Il mio colpo avrebbe dovuto spaccarvi la fronte e farvi schizzare dalle orbite gli occhi.

«Era il famoso colpo di Long Tom, il più grande maestro della scuola di boxe americana.

«Sono stato un vero asino, milord.

Milord non rispose. Continuava a sputare sangue, guardando melanconicamente i suoi due incisivi in mezzo al buffalo grass.

— E che, signore, vi vuotate tutto? — chiese il bandito. — Voi non dovete ignorare che dopo cinque minuti se l’avversario non si rimette in gambe deve arrendersi.

Lord Wylmore trasse con tutta flemma, da una delle venti tasche della sua giubba di flanella bianca, un superbo cronometro d’oro e guardò la lancetta dei minuti.

— Trentaquattro soli secondi dalla botta a questo momento — disse poi. — Io avere tempo.

— Ma la prateria brucia.

— Io mi infischiare del fuoco. Bisonti son scappati tutti.

— Corpo di Satana!... Voi volete farmi perdere la pazienza, milord! ... — urlò Sandy Hook.

— Io avere sempre pazienza. Trentasette secondi... trent’otto... trentanove... Non passato ancora minuto.

Malgrado la sua collera il falso indiano non potè trattenere una fragorosa risata.

— Vi confesso, milord — disse — che da quando ho lasciato il mio onorevole mestiere di saccheggiatore di treni della linea del Pacifico non mi sono mai divertito tanto.

«Gl’indiani sono troppo gravi.

— E voi ridere per vedere miei denti passeggiare per prateria.