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la scotennatrice | 43 |
aria fasci di scintille le quali, ricadendo, provocavano più innanzi altri incendi.
In mezzo a quel mare di fuoco, si contorcevano crepitando i radi alberi che s’alzano su quelle sterminate pianure.
I giunchi, i nocciuoli, i cotton wood, le magnolie, i pioppi, avvolti dalle fiamme, parevano fondersi come se fossero di burro.
Tutto spariva sotto il terribile morso della fiamma distruggitrice, che nessun esercito di pompieri sarebbe stato capace di domare.
Nembi di cenere calda, spinti dal vento che soffiava ora dal nord ed ora dall’est, cadevano sulla prateria, rendendo l’aria quasi irrespirabile.
Ed il pericolo non s’avanzava solamente da quelle due parti. Anche verso ponente e verso il sud colonne di fumo cominciavano ad apparire.
Era un immenso e spaventoso cerchio di fuoco che si avanzava da tutte le parti.
I bisonti che si sentivano cadere addosso la cenere ardente, affrettavano la corsa, ma ormai non avevano più alcuna direzione.
Ora s’avanzavano verso il settentrione, ora piegavano verso ponente, per poi poggiare sul levante e finivano per compiere degli immensi giri che li riconducevano quasi sempre al medesimo posto.
Lo spettacolo che offrivano quelle sette od otto centinaia di animalacci in preda ad un pazzo terrore, era davvero impressionante.
Le colonne si erano disorganizzate. I vecchi maschi non proteggevano più le femmine, queste non si occupavano più dei vitelli, i quali venivano travolti in gran numero e schiacciati sotto le poderose zampe degli adulti.
Clamori selvaggi che diventavano talvolta orribili, si alzavano fra quella folla di animali atterriti.
I quattro avventurieri avevano finito. I quattro bisonti erano stati sventrati accuratamente, gettando lontani gl’intestini, i polmoni, i cuori, i fegati, i ventricoli gonfi di buffalo grass.
— Ed ora, Turner? — chiese l’indian-agent il quale, per la prima volta forse durante la sua vita, appariva realmente spaventato.
— Il nostro letto è pronto, — rispose il campione degli uccisori d’uomini.
— Che cosa vorreste dire?
— Che noi ci cacceremo dentro il ventre di questi animali e che ci rimarremo fino a che la tromba di fuoco sarà passata.
— Che cosa dite?...
— Mi pare di essermi spiegato benissimo, — rispose il sotto-sceriffo, il quale conservava un meraviglioso sangue freddo.
— E non arrostiremo noi, là dentro? — chiese Harry.
— Non interamente, almeno lo spero. Un giorno che gl’indiani Arrapahoe, non potendomi prendere, avevano dato fuoco alla prateria, volete sapere come io mi sono salvato?