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40 | emilio salgari |
ner è uno spiritista convinto e crede in buona fede che anche dopo morti gli uomini possano lavorare ancora di denti.
— Tacete, chiacchieroni — disse il sotto-sceriffo di Gold City — e date invece dentro a quei grossi maschi che fiancheggiano le femmine ed i vitelli.
— È presto fatto — rispose Giorgio.
L’avanguardia era ormai passata, tuttavia vi erano ancora dei maschi di gigantesche proporzioni, incaricati della direzione delle colonne e della protezione delle femmine e dei vitelli.
I quattro cavalieri scelsero le loro vittime e fecero ripetutamente fuoco, mandando a gambe levate quattro enormi animali.
Gli altri, preoccupati solamente dell’incendio che li minacciava, non si degnarono nemmeno di volgere uno sguardo verso i caduti e continuarono la loro corsa.
Pochi animali sono apatici come i bisonti, specialmente quando sono in marcia in grosse schiere.
Anche fucilati a bruciapelo non si rivoltano, ed i loro compagni non li soccorrono.
Se sono invece isolati, rispondono furiosamente agli attacchi dei cacciatori, assalendoli con grande furia e assediandoli per delle giornate intere se cercano di rifugiarsi su qualche albero.
— Ecco i nostri letti pronti — disse Turner, quando vide i quattro colossi a terra. — Farà certamente caldo là dentro, ma non abbiamo la scelta dei mezzi, e si cerca di fare quello che si può, pur di salvare la pelle e sopratutto la capigliatura.
— Avete detto che quelli ci serviranno da letto? — disse l’indian-agent. — Che un lupo nero mi divori le gambe, se io ho capito qualche cosa.
— Capirete poi, amico John. Ora si tratta di sventrare quelle quattro bestie e di sbarazzare i loro ventri dì tutto ciò che contengono.
— Per fare dei salsicciotti di prateria? — chiese Giorgio. — Io sono famoso.
— Li preparerete un’altra volta ed io sarò ben lieto di assaggiarli.
«Mano ai bowie-knives, amici. L’incendio guadagna rapidamente.
I quattro avventurieri impugnarono i loro coltellacci e, senza preoccuparsi delle colonne dei bisonti che continuavano a passare a piccolo trotto, radendo la bassura, si misero alacremente all’opera.
Vecchi cacciatori, non si trovarono gran che imbarazzati a scucire il ventre dei giganteschi animali.
Si affrettavano poichè l’incendio dilagava con rapidità spaventosa, divorando le artemisie, le jucche, le salvie, le mente, i semprevivi campestri, le erbe saponacee, le opunzie nane, i girasoli e le graminacee, le piante principali che col buffalo grass costituiscono la prateria americana.
Gigantesche colonne di fumo, che talvolta si distendevano come immensi ventagli, s’avanzavano dal settentrione e da levante, lanciando in