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la scotennatrice 29


Degl’indiani, nessuna traccia pel momento. I quattro cavalieri però non si illudono; anche se sono fuori di vista li sentono.

Un silenzio enorme, gigantesco, regna sulla prateria, soffocata sotto le tenebre.

I bisonti sono lontani o forse si sono coricati e le coyotes pare che siano scomparse.

— Brutto segno — mormorò John, il quale, come il più pratico delle praterie, guidava la corsa con estrema prudenza. — Se quelle bestie sono fuggite, vuol dire che hanno fiutato qualche grosso pericolo.

«Aspettiamo l’alba.

Galoppavano dolcemente da due ore, e mezzanotte era passata già da un bel po’, quando John si volse verso Turner, il quale lo seguiva a breve distanza, reggendo il cavallo quasi ormai esausto, chiedendogli:

— Non sentite nulla, voi?

— Rumori od altro?

— No, fiutate bene l’aria.

— Odor di fumo. Eh, lo so, e non è da questo momento che io l’ho avvertito.

«Qualche cosa brucia in lontananza.

— La prateria.

— Lo credo.

— Bell’affare!...

— Bah!... Andiamo innanzi, John, e cerchiamo di trovare prima il nostro inglese e poi di raggiungere il generale Custer.

Accordarono ai cavalli un po’ di riposo e li lasciarono abbeverarsi in una pozza d’acqua fangosa, già quasi interamente asciugata dai bisonti, poi ripartirono sempre al piccolo trotto, interrogando ansiosamente cogli sguardi l’orizzonte.

Erano ormai quasi le tre del mattino ed il cielo incominciava ad impallidire verso levante.

Una piccola macchia si delineava lontanissima, là dove la vòlta celeste si piegava verso la superficie della terra.

Pareva una ferita che si allargasse lentamente.

Le tenebre oscurissime che gravavano sulla prateria, a poco a poco si sbiancavano, assumendo poscia delle tinte violacee, poi azzurro-cupe, naufragando poi nel chiarore che dilagava dalla parte donde il sole stava per mostrarsi.

Gli alti fusti delle asfodele e le racchette armate di spine emergevano gradatamente dall’ombra.

Le tenebre lottavano tenacemente fra le erbe contro la luce che scendeva attraverso le mille vie del cielo e cedevano a poco a poco, dileguandosi silenziosamente.

Ad un tratto il sole brillò: un’onda di luce gialla fosforescente si distese sulla sconfinata prateria, vincendo le ultime resistenze dell’oscu-