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254 | emilio salgari |
Gli americani, arrestati nel loro slancio da quella pioggia di piombo e di proiettili enormi, cadevano a gruppi in fondo al gran cañon.
I cadaveri si accumulavano ed i vivi sparivano con rapidità spaventevole.
Invano i rifles facevano prodigi. Delle pelli-rosse cadevano, ma ben poche in confronto a quelli che perdevano gli americani, le cui linee si assottigliavano con rapidità incredibile.
— Mio gentleman — disse Sandy Hook, volgendosi verso il figlio del colonnello, il quale assisteva, impotente, alla strage della sua compagnia — che cosa vi avevo detto io?
― Avete ragione ― rispose il figlio del colonnello con voce rotta dall’emozione. ― Nessun americano uscirà vivo dal gran cañon. È vero, John?
— Questo è un vero massacro — rispose l’indian-agent. — Poveri figlioli! Non rivedranno mai più le loro madri!
Dopo solo mezz’ora di combattimento, metà della forza di Custer si trovava fuori di combattimento.
Il generale, vedendo che ormai non sarebbe più riuscito a raggiungere l’altipiano ed a venire ad un corpo a corpo coi guerrieri di Toro Seduto, tentò un assalto alla baionetta sui due pendii del cañon, ma fu peggio che peggio.
Prima che gli americani avessero percorsi cinquanta passi, una valanga di massi li investì, seppellendone un buon numero.
Ormai la morte li stringeva da tutte le parti: era impossibile tanto l’avanzata che la ritirata, poichè centinaia e centinaia di guerrieri indiani si erano scaglionati dietro la colonna, pronti a respingerla sul letto di morte.
La battaglia si era tramutata in un vero macello.
I disgraziati soldati del governo dell’Unione non si difendevano più. Si lasciavano sterminare appoggiati ai loro rifles che non potevano più sparare per mancanza di munizioni.
E caddero tutti, fino all’ultimo, compreso il generale, il quale fino all’ultimo istante aveva incoraggiato, con voce ferma, i suoi valorosi a combattere per l’onore della bandiera stellata.
Quando non vi fu in piedi più nessuno, Sitting-Bull, armato d’un tomahawak, scese solo nel cañon, s’avanzò attraverso a quella distesa di cadaveri, raggiunse il generale che era caduto in mezzo ai suoi ultimi ufficiali, gli spaccò il petto e levatone il cuore che era ancora caldo lo divorò coll’avidità d’un antropofago, fra le urla entusiastiche dei suoi quattromila guerrieri!1.
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- ↑ Storico.