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la scotennatrice | 253 |
Aveva sperato forse in una sorpresa, mentre invece gli scorridori indiani che battevano tutti i fianchi della grande catena, perlustrando i cañones, avevano già recata ai sakems la notizia dell’improvvisa avanzata dei larghi coltelli dell’ovest.
Sitting-Bull in pochi minuti aveva prese tutte le sue misure, non solo per arrestare la marcia degli uomini bianchi, ma anche per schiacciarli tutti dentro la gola prima che potessero sboccare sull’altipiano.
Turbe di guerrieri calavano dalla montagna, urlando e sparando, guidati dai più famosi capi della grande tribù, assetati di vendetta e decisi a tutto.
Con una rapidità meravigliosa avevano occupati i due margini del cañon, rovesciando sulle truppe americane una tempesta di proiettili, di tronchi d’albero già prima abbattuti e di massi enormi.
Custer, invece di sorprendere, era stato sorpreso e chiuso dentro una trappola dalla quale non doveva mai più uscire vivo.
Toro Seduto, ritto su un’alta roccia, col suo grande mantello istoriato di pelle di bufalo, aveva dato ai suoi quattromila e più guerrieri il segnale dell’attacco e gl’indiani assalivano con furore selvaggio, da tutte le parti, decisi a sterminare gli odiati visi pallidi.
Il generale americano, accortosi troppo tardi dell’agguato tesogli, cercò di dare indietro, ma duemila guerrieri rossi con rapidità straordinaria si portarono verso l’estremità inferiore del gran cañon per impedire la ritirata.
Ormai non rimaneva a Custer che tentare un attacco disperato per raggiungere l’altipiano.
Aveva con se ottocento uomini ben risoluti a vendere cara la loro pelle e si decise subito per un assalto furioso, colla speranza d’impressionare le orde dei rossi guerrieri e di disperderle.
Era troppo tardi!... Tronchi d’albero, massi e pallottole cadevano inesorabilmente sugli americani, decimandoli rapidamente.
Toro Seduto aveva urlato ai suoi guerrieri:
— Distruggete i larghi coltelli dell’ovest ed io divorerò il cuore del loro comandante!...
E la battaglia si era impegnata terribilmente d’ambo le parti, non certo con vantaggio dei yankees che si trovavano in fondo alla gola e che venivano più sterminati dagli alberi e dai massi che dalle palle, quantunque i winchester vomitassero ad ogni istante una immensa quantità di proiettili.
Sandy Hook, John ed i suoi compagni, assistevano dall’alto della rupe alla terribile battaglia che doveva terminare in un massacro completo. Avevano dimenticato completamente Minnehaha, Nube Rossa ed i Corvi, supponendo che ormai fossero corsi a combattere a fianco dei guerrieri di Sitting-Bull.
La battaglia diventava di momento in momento più tragica.