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252 | emilio salgari |
erano i rifles degli scorridori, del campione degli uccisori d’uomini e dell’inglese che cominciavano a parlare.
Gl’indiani, udendo fischiare le palle, si erano subito arrestati, mentre invece il bandito e l’ufficiale si cacciavano nel passaggio su per lo stretto sentiero che conduceva alla cima della piramide.
Le povere bestie, aizzate ferocemente, percorsero la salita di volata, nitrendo disperatamente ed appena giunte nel campo trincerato e che i due cavalieri furono a terra, si lasciarono cadere sulle ginocchia.
— Muoiono — disse l’ufficiale.
— Ma no, mio gentleman — rispose Sandy Hook. — Sono rattrappiti, è vero, però si rimetteranno presto, ve l’assicuro io.
In quel momento un uomo si lasciò scivolare lungo il pendìo d’una rupe e si precipitò verso l’ufficiale colle braccia aperte, gridando:
— Il signor Giorgio!...
— John!... — rispose subito il figlio del colonnello Devandel, correndogli incontro.
I due valorosi si strinsero fortemente e si baciarono. Una viva commozione si scorgeva sui loro volti maschi ed abbronzati.
Sandy Hook aveva incrociate le braccia, mormorando:
— Questo incontro è la mia grazia e la mia grazia significa il ritorno al mio paese. Povera madre!...
D’un tratto fece un salto, mentre John e l’ufficiale si staccavano vivamente.
Delle scariche formidabili rimbombavano sul fianco destro della montagna, verso il gran cañon, alla cui estremità, due giorni prima, si erano accampate le truppe del generale Custer.
— Che cosa sta per accadere? — domandò il figlio del colonnello. — È forse il generale che muove all’attacco del campo di Sitting-Bull?
— È quello che temo — rispose Sandy Hook.
— Che temete? È la salvezza che giunge.
— Voi lo credete? Ebbene io vi dico invece che gli Sioux schiacceranno i nostri compatriotti.
— Non è possibile!...
— Lo vedrete.
In quel momento giunsero correndo Turner, Harry, Giorgio e lord Wylmore, gridando:
— Gli americani!... Gli americani!...
I due scorridori della prateria scambiarono un affettuoso abbraccio col figlio del colonnello, Turner ed anche l’inglese scambiarono con lui una vigorosa stretta di mano; poi tutti, guidati da Sandy Hook, si slanciarono verso un’alta roccia, dalla cui cima si poteva osservare distintamente quanto poteva avvenire nel gran cañon.
Non si erano ingannati. Il generale Custer, approfittando della notte nebbiosa si era spinto nel cuore dei Laramie, risoluto a dare un furioso assalto al campo di Toro Seduto.