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214 emilio salgari


Il lampo prodotto dall’accensione della polvere, aveva subito rivelato a John con quale avversario aveva da fare.

Non era un grizzly, come aveva dapprima supposto, bensì un enorme orso nero, uno di quegli animalacci che pesano tre quintali e che in una sola notte sono capaci di devastare completamente un campo di maiz.

Non sono carnivori, non posseggono la forza gigantesca dei loro confratelli grigi, tuttavia non sono meno pericolosi, perchè hanno l’abitudine di afferrare ben stretti gli avversari e di rompere loro, con una possente stretta, le costole e talvolta perfino la spina dorsale.

John, che ne aveva abbattuti non pochi durante la sua lunga vita avventurosa, e che perciò sapeva quanto valevano, vedendo l’avversario indietreggiare, raccolse il rifle che gli era sfuggito e balzò in piedi puntando.

Il plantigrado, quantunque avesse ricevuto in pieno muso la grossa palla della pistola d’arcione, tornava alla carica, fremendo e dondolando il suo massiccio corpaccio imbottito di lardo e coperto da una superba pelliccia, lucida come un velluto nero.

Si udì un secondo sparo. John aveva fatto fuoco, mirando in direzione del cuore.

L’animalaccio mandò un secondo urlo più terribile del primo, che si confuse fra i fragori della tempesta, annaspò l’aria colle zampe anteriori, poi si abbattè fra le erbe entro le quali scomparve interamente, tanto erano alte e fitte in quel luogo.

— Un momento di ritardo e mi rovinava nuovamente addosso — brontolò l’indian-agent, dirigendosi sollecitamente verso l’accampamento.

— Queste due detonazioni non avranno destata l’attenzione dei battitori indiani vigilanti sulle creste delle montagne?

«Sarebbe stato meglio che quel bestione avesse continuato la sua marcia; che già, anche se mi avesse vinto, non mi avrebbe divorato.

Quando raggiunse il margine dell’altipiano trovò tutti i suoi compagni in piedi, a fianco dei loro cavalli, pronti a prendere il largo.

Anche Turner, dopo aver fatto una breve corsa attraverso le erbe, si era ripiegato sul campo dando l’allarme.

— Gl’indiani? — avevano chiesto tutti ad una voce, vedendo ricomparire John.

— Non era che un orso nero, che ho atterrato con due palle.

— Male — disse Sandy Hook.

— Perchè?

— Queste due detonazioni non saranno sfuggite agli scorridori rossi.

— Volevate che mi lasciassi fracassare le costole?

— Non posso darvi torto — rispose il bandito, il quale sembrava un po’ preoccupato. — Volete un consiglio? Leviamo subito il campo ed andiamo a rifugiarci in mezzo ai boschi di pini.

— Con la tempesta che sta per scoppiare? — chiese Turner, il quale