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ingombra di massi di carbone caduti dall’alto e di panconi bruciacchiati, strappati alle impalcature le quali non esistevano quasi più.

Se non esisteva più il pericolo di scatenare un’altra tromba di fuoco, rimaneva però quello di rimanere sepolti sotto qualche improvvisa frana, ora che le vòlte non erano più armate.

Perciò Sandy Hook, già minatore in Pensilvania prima di diventare bandito, e che perciò aveva pratica delle miniere, non si avanzava che con estrema precauzione, e non faceva un passo innanzi se prima non si assicurava, col calcio del suo rifle, della solidità, almeno momentanea, degli strati superiori di carbone i quali potevano essersi disgregati.

Già avevano percorsi più di duecento metri, quando il bandito credette di udire in lontananza un grido umano.

— Fermi tutti!... — esclamò. — Trattenete il respiro.

— Crollano le vòlte? — chiese invece il sergente.

Si era curvato innanzi tendendo gli orecchi, mentre i cow-boys tenevano il fiato, guardando con ansietà in alto invece che dinanzi a loro.

Alcuni istanti dopo il grande silenzio che regnava nella miniera fu rotto da un grido umano:

— Aiuto!... — aveva gridato qualcuno.

— Avete udito? — chiese Sandy Hook.

— Sì!... Sì!... — confermarono tutti.

— È la voce di mister Turner! Sono certo di non ingannarmi!...

— Che un asino... il signor Turner, il campione degli uccisori d’uomini, l’amico del generale!... — gridò il sergente, — Che mi cadano pure addosso le vòlte, io andrò a salvarlo!

Si erano messi a correre, impazienti di raggiungere il disgraziato che qualche impedimento o qualche grave ferita tratteneva all’estremità della galleria.

Certo doveva aver scorte le torce che si avanzavano ed aveva mandato quel grido.

I salvatori discesero per più di duecento metri e poi si arrestarono bruscamente urtandosi l’un l’altro abbastanza ruvidamente.

Si erano trovati improvvisamente dinanzi ad un enorme cumulo di ammassi di carbone caduti dalla vòlta che ostruiva interamente la galleria.

Una imprecazione era sfuggita dalle labbra del bandito.

— Siamo fermati!... — esclamò poi. — Qui ci vorrebbe della dinamite per squarciare questo bastione.

— E seppellire anche noi — disse il sergente.

Sandy Hook fece cenno a tutti di tacere, poi gridò:

— Chi ha chiamato? Rispondete subito: siamo qui venuti per salvarvi e siamo americani e non già indiani.

Una voce, abbastanza vicina, rispose prontamente, quantunque sembrasse assai debole: