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la scotennatrice 187


Due volontari entrarono nella macchia e ne uscirono poco dopo conducendo sette mustani completamente bardati.

Da abili cavalieri, come sono tutti gli abitanti delle frontiere indiane, in un lampo i sette uomini furono in arcione e si strinsero intorno a Sandy Hook ed all’inglese, per impedire loro qualsiasi tentativo di fuga.

— Allentate!... — comandò il sergente.

I nove cavalli girarono al galoppo un fianco della macchia e scesero nell’ultimo lembo del cañon, il quale sboccava ampissimo nella pianura, scaraventando dentro una vasta palude il suo inseparabile torrentaccio.

La grande pineta dei colossi continuava anche laggiù, stendendosi lungo le rive dell’Horse, il quale scendeva lungo i fianchi orientali dei Laramie.

Sotto quei colossi vegetali si erano accampati gli ottocento volontarî che il generale Custer guidava contro le forti avanguardie del gran sakem Toro Seduto.

Prudentissimo, quantunque molto valoroso, sapendo d’aver di fronte un avversario formidabile che disponeva di parecchie migliaia di guerrieri decisi a tutto, si era avanzato lentamente verso i Laramie, temendo sempre di cadere in una imboscata.

Il governo americano, colto alla sprovvista da quella nuova insurrezione, quantunque persuaso in fondo di poterla domare come tutte le altre, tardava a mandare rinforzi, forse convinto che quegli ottocento rifles, maneggiati da valenti tiratori, avrebbero ben presto diradate le file indiane.

Le distanze enormi d’altronde gli impedivano di agire rapidamente.

Il drappello, dopo una galoppata d’un paio d’ore, sempre sotto i pini giganteschi, giunse finalmente e quasi d’improvviso, dinanzi al campo americano che era stato stabilito sulla riva sinistra dell’Horse.

L’entrata non ebbe difficoltà alcuna, poichè il sergente ed i sei volontari potevano benissimo garantire pei due straordinari prigionieri.

Inoltre tutti credevano che Sandy Hook fosse veramente un messo indiano, mandato da Toro Seduto, con proposte di pace, poichè era così bene camuffato che solamente un attento esame avrebbe potuto scoprire sotto la tinta terrea una pelle bianca invece che rossa.

Il drappello attraversò l’accampamento a gran galoppo e si arrestò dinanzi alla tenda del generale Custer, sulla quale sventolava orgogliosamente la bandiera degli Stati dell’Unione, quella bandiera che doveva più tardi cadere nelle mani del terribile Toro Seduto inzuppata di sangue fino all’asta.

Il sergente balzò a terra, fece segno ai suoi uomini di stringersi attorno ai due prigionieri, poi entrò nella tenda.

La sua assenza non durò che pochi minuti.

— Scendete ed entrate — disse ai due prigionieri quando tornò fuori. — Il generale vi aspetta.