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la scotennatrice 185


— Voi essere brigante amabile — disse l’inglese, prendendo la fiaschetta che Sandy Hook gli porgeva.

Bevette alcuni sorsi non senza fare delle brutte smorfie, poi, dopo di essersi passate le mani più volte sul cranio indolenzito, forte fortunatamente come quello dei gallesi, si provò a rizzarsi.

— Lasciate fare a me — disse il bandito. — Non è necessario che vi scomodiate, che diamine!... Sono ancora in piedi io...

Lo prese fra le possenti braccia e lo portò fino al mustano, mettendolo in sella.

— Possiamo andare? — chiese poi.

Yes, anda.

Il bandito inforcò il suo grosso cavallo e tutti e due si misero in marcia, al piccolo trotto, scendendo gli ultimi contrafforti dei Laramie orientali.

Il paese si presentava selvaggio. Dovunque s’aprivano dei cañon profondissimi, fiancheggiati da pini o da querce e da foltissimi cespugli, tra i quali potevano benissimo celarsi degli uomini.

Un rombo d’acque scroscianti giungeva agli orecchi dei due cavalieri. Sgelava sull’altissima catena, e da tutte le parti l’acqua precipitava, incanalandosi dentro le gole per scendere poi nella sterminata prateria.

Sandy Hook, pratico dei luoghi, non esitava un solo istante. Solo si arrestava qualche volta per guardarsi alle spalle, temendo che i guerrieri di Minnehaha, rimasti alla retroguardia, potessero aver avuto qualche sospetto del suo troppo allontanamento.

Da alcuni informatori aveva già saputo che il generale Custer aveva lasciato il suo accampamento e che si avanzava a marce forzate, seguendo le rive dell’Horse.

Non era quindi improbabile che da un momento all’altro desse la testa contro le sue avanguardie formate di scorridori.

L’inglese, ormai completamente persuaso di non poter resistere ai saldi pugni del malandrino, seguiva senza parlare il suo domatore, solo occupato a passarsi le mani sulla testa ancora indolenzita.

Per una buona ora i due cavalieri continuarono a discendere le ultime balze della montagna, tenendosi sempre sotto le foreste fiancheggianti i cañones, poichè Sandy Hook temeva di cadere anche nelle mani di qualche banda di scorridori indiani appartenenti alla grossa orda di Toro Seduto.

Non avrebbe avuto nulla da temere, perchè Mocassino Rosso era troppo noto presso tutte le tribù degli Sioux, ma avrebbe dovuto perdere troppo tempo a dare delle spiegazioni e fors’anche avrebbe perduta l’occasione di raggiungere le avanguardie di Custer e di soccorrere i disgraziati che erano stati chiusi nella bocca della miniera.

Già cominciava ad imbrunire, quando una voce poderosa che si ripercosse dentro il cañon che i due cavalieri percorrevano, gridò: