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la scotennatrice | 175 |
ed ansiosi di prendere parte a quell’orgia di carne, si rovesciavano all’assalto, empiendo l’aria di strida acutissime.
— Corpo d’una bombarda!... — urlava Turner, il quale si vedeva costretto, di quando in quando, a dare indietro, poichè si sentiva cadere dei topi perfino in pieno viso. — Che non la si finisca più!... Giù legnate, corpo di centomila bisonti!...
— Picchia!... Schiaccia!... — urlava John, il quale spazzava il suolo dinanzi a sè per vederlo, un momento dopo, nuovamente coperto di roditori.
— Sotto, fratello!... — gridava Giorgio, la cui tavola grondava sangue ed era incrostata alla lettera di code e di peli.
Vani sforzi!... Il grosso accorreva in aiuto dell’avanguardia, in gran parte uccisa o sgominata.
Erano nuove migliaia di combattenti che muovevano compatti all’assalto dei polpacci dei quattro avventurieri.
Turner, scorgendo alla luce della lampada che fortunatamente bruciava sempre e che per un vero miracolo era sfuggita a tutti quei colpi di bastone, quelle nuove orde che s’avanzavano, si sentì venir meno il coraggio di continuare quella strana lotta che apparentemente sembrava ridicola, mentre invece poteva finire in uno spaventoso dramma.
— Se volete salvare i vostri corpi, alzate i tacchi!... — gridò.
— Si suona la ritirata — disse Turner — e proprio al momento opportuno.
«Corpo d’una balena!... Se volessimo resistere, ne avremmo fino a domani.
«Quattro legnate ancora, camerati, e poi viriamo di bordo, come dicono i marinai.
— E lesti — aggiunse John, il quale si era pure accorto dell’avanzarsi del grosso. — Gambe!... Gambe!... Anda!...
A colpi di traversa ammazzò un centinaio di assalitori, poi raggiunse Harry, mentre Giorgio con la sua tavola, ne massacrava almeno duecento.
Scappavano tutti, come se avessero il diavolo alle calcagna, gareggiando fra di loro.
I topi accortisi che quelle polpe stavano loro per sfuggire, si erano messi vigorosamente in caccia, spiccando dei salti straordinariamente lunghi.
Di quando in quando alcuni, più lesti degli altri, andavano a cadere sulle spalle dei fuggiaschi, ma non avevano il tempo di rimanere aggrappati, poichè uno scapaccione sapientemente e molto opportunamente dato, li faceva saltare molto lontani con poche probabilità di rimettersi in gambe.
La corsa, sempre rapidissima, dei quattro avventurieri durava da un quarto d’ora, quando Harry, che teneva la testa, alzando la lampada e segnalando gli ostacoli che s’incontravano sotto la galleria, mandò un urlo di disperazione.