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174 emilio salgari


Giorgio strappò dalla vòlta una larga tavola di pino e pel primo affrontò l’orda che si rovesciava attraverso alla galleria, saltellando.

Non si trattava già di dover sostenere l’attacco di poche famiglie di roditori. Erano delle vere falangi quelle che si avanzavano e probabilmente affamate.

Da quali tane mostruose, nascoste nelle profondità del sottosuolo, uscivano quei terribili mostriciattoli non meno temibili delle grosse fiere pel loro numero, per la moltitudine dei loro denti e per la loro audacia?

Probabilmente il grisou aveva diroccata una parte della miniera, sfondando qualche parete dietro la quale nidificavano chissà da quanti anni quei roditori.

Spaventati, si erano dati alla fuga ed emigravano per cercarsi certamente un asilo più sicuro.

Disgraziatamente avevano imboccata la galleria dove si trovavano i quattro avventurieri e si preparavano a spolparli a dovere, come già dovevano aver divorate le carni dei poveri minatori che erano caduti durante il primo disastro.

Harry, che aveva già conosciuto ben da vicino quei pericolosi abitanti delle miniere, e che sapeva che cosa pensare della loro voracità, aveva nuovamente gridato ai suoi compagni:

— Fuggite!... Non potete lottare!... Salvate i vostri polpacci.

— Non siamo nè ragazzi nè femmine — rispose John. — Sarebbe ridicolo che dei cacciatori come noi dovessero scappare senza dare battaglia a tutta questa insolente marmaglia.

«Sotto, Turner!... Picchia, Giorgio!...

Il fratello di Harry, che come abbiamo detto, si era munito d’una larga tavola strappata all’impalcatura, diede per primo un furioso attacco schiacciandone parecchie dozzine d’un colpo solo.

Turner e l’indian-agent entrarono a loro volta in azione, bastonando rabbiosamente a destra ed a sinistra.

I topi volavano in aria colle budelle pendenti e le gambe rotte, sbatacchiando contro le pareti della galleria, ma nuove orde si spingevano innanzi con un coraggio che impressionava.

Mentre delle legioni si scagliavano sui compagni sfracellati divorandoli con una rapidità prodigiosa, altre si gettavano addosso agli uomini spiccando dei grandi salti.

Non si trattava di topi comuni, bensì di grossi roditori che potevano gareggiare benissimo, per mole, coi famosi topi norvegiani che sono i più feroci e che formano la disperazione di tutti gli equipaggi dei velieri, ed anche talvolta di quelli degli steamers.

I colpi di traversa ed i colpi di tavola facevano dei grandi vuoti, poichè anche Harry era accorso in aiuto dei compagni, brandendo un grosso randello, però i ranghi si restringevano sempre con rapidità prodigiosa e nuove migliaia di combattenti, aizzati dall’odore del sangue