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172 | emilio salgari |
tromba di fuoco, impedendo così che la vòlta crollasse, i quattro avventurieri si trovarono improvvisamente dinanzi, ad una tenebrosa apertura, sormontata da una tavola di legno su cui si vedeva dipinto in bianco un gran 7.
— Ecco un numero che ci porterà fortuna — disse Turner. — Speriamo di trovare qui dentro le sette vacche grasse dei Faraoni, purchè invece non diamo la testa dentro le sette piaghe dell’Egitto.
«Esce il fumo?
— No — rispose Harry.
— Tutte le gallerie hanno uno sbocco?
— Tutte.
— Allora andiamo a cercare il sole e l’aria pura.
— E delle costolette — aggiunse John.
— Che prenderai con la tua barba tagliata a becco? — chiese Harry.
— Tu credi di aver sempre un rifle tra le mani.
— Mangeremo uova di uccelli. I tacchini selvatici abbondano sui Laramie.
— Aspetta prima che siamo fuori.
— Io spero che tu, minatore d’un tempo, ci leverai da questo inferno. Corpo d’un caribou!... È un po’ di tempo che la ci va male e le nostre disgrazie dovrebbero essere già terminate.
«Si va dentro quella gola tenebrosa? Anch’io, come Turner, sento che i miei piedi minacciano di mettere fuori delle radici.
Harry, dopo di essersi ben accertato che da quella galleria non usciva nessun filo di fumo, s’avanzò coraggiosamente e di buon passo.
Il grisou aveva risparmiato quella parte della miniera poichè i carrelli si trovavano ancora sulle rotaie, pieni di carbone, e le impalcature delle volte non apparivano danneggiate.
Una corrente d’aria abbastanza fresca ed abbastanza pura s’ingolfava entro quel passaggio. Proveniva da qualche pozzo o da qualche vasta apertura scavata a fior di terra?
I quattro avventurieri cominciavano già a rallegrarsi, sicurissimi di rivedere in breve il sole, quando uno scoppio spaventevole scosse l’intera miniera.
— A terra!... — urlò Harry. — Riparate gli occhi!...
Si trovavano in quel momento dietro a quattro vagoncini, carichi di minerale, i quali potevano offrire un’ottima difesa.
Successe un brevissimo silenzio, poi un altro scoppio, non meno formidabile del primo avvenne, ripercuotendosi, con una intensità paurosa, terrificante, dentro la lunga galleria.
Un istante dopo una vera tromba di fuoco si rovesciava sotto le vòlte schiantando le impalcature e rovesciando i carrelli con grande fragore.
Passò con una fuga infernale, rapida come un lampo, empiendo di luce la galleria e scomparve detonando a più riprese.
— Non alzatevi!... — urlò Harry. — Il gas vi avvelenerebbe.