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la scotennatrice 171


— Si tratta d’un gas che quando scoppia è ben più terribile delle polveri.

— Dove si trova?

— Si è accumulato verso la vòlta. Che una scintilla sfugga dalla galleria ove il carbone arde e noi salteremo tutti.

— Brutto affare — disse il campione degli uccisori d’uomini. — Abbiamo salvate le capigliature per scoppiare come bombe.

«Se esco vivo di qui vi garantisco che lascio per sempre la prateria e mi ritiro nelle campagne marilandesi.

«Almeno là invece di palle raccoglierò delle mele.

— Harry — disse John. — Non rimarremo qui eternamente, spero. Se vi fossero degli alberghi con delle buone bottiglie, non me ne importerebbe, ma che io sappia non c’è stato mai un mago capace di convertire il carbone in sanguinanti salsicciotti di bisonte.

— Vorrei prima sapere da quale galleria esce questo fumo — disse lo scorridore. — Se prendessimo proprio quella, la nostra marcia non finirebbe bene.

— Che ve ne siano molte di gallerie?

— Certo, John.

— Succeda quello che si vuole, andiamo a cercarne una. Ho lo stomaco assolutamente vuoto io, e qui dentro non vedo la possibilità di riempirlo.

«Finchè abbiamo un po’ di forza camminiamo.

— Proviamo — disse Harry, il quale pareva che avesse presa una decisione.

— Finalmente — disse Turner. — Se si aspettava un po’ i miei piedi mettevano le radici come i fagiuoli e mi tramutavano in un albero più o meno carbonizzato.

Come si vede il buon umore non faceva difetto a quei quattro diavoli, quantunque la loro situazione non accennasse ancora a migliorare, anzi!

Harry, dopo d’aver lanciato un ultimo sguardo al fumo che radeva sempre lentamente e poco fitto la vòlta che in quel luogo era alta parecchi metri, si era messo risolutamente in marcia per esplorare le gallerie che dovevano trovarsi all’estremità di quell’ampia sala.

Varie linee di rotaie si spiegavano a ventaglio, dirigendosi tutte verso il fondo della miniera, segno evidente che laggiù dovevano trovarsi dei passaggi.

Il grisou non le aveva sempre risparmiate. Di quando in quando delle sbarre contorte indicavano la violenza dello scoppio.

Dappertutto poi vi erano carrelli rovesciati, dispersi fra grandi ammassi di carbone che i minatori non avevano avuto il tempo di caricare.

Percorsi cinque o seicento metri, procedendo fra una vera selva di enormi colonne di carbone che fortunatamente avevano resistito alla