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168 emilio salgari


— E che troveremo anche un bel fuoco — disse Turner. — L’aria minaccia di diventare irrespirabile.

«Pare di essere nei deserti del Colorado quando soffia il vento del sud.

«Dove si troverà il fuoco? . . .

— Non tarderemo a trovarlo e ci regoleremo sulla via da prendere. Le miniere hanno molti pozzi d’uscita e noi cercheremo quello che meglio ci converrà.

«Signor Turner, accendetemi subito la lampada e spegnete senza ritardo la torcia.

— Anzi possiamo oramai consumarla completamente.

— E scatenare un torrente di fuoco?... La fiamma della ocote si allarga e diventa più azzurra. Qui vi è del grisou.

— Corpo d’una bombarda!... Non ho alcun desiderio di morire arrostito, ora che sono sfuggito al palo della tortura.

La lampada fu accesa e prontamente chiusa, poi la torcia spenta e messa in serbo in una delle innumerevoli tasche dell’ex-sceriffo.

— Del fumo — disse subito Harry.

— Dove? — chiese John.

— Rasenta la vòlta — rispose lo scorridore, alzando la lampada. — Non comprendo come il grisou non scoppi.

— Al diavolo anche le miniere!... — esclamò Turner. — Siamo piombati in un paese veramente maledetto.

«All’aperto gl’indiani coi loro tomahawaks ed i loro pali di tortura, dentro la montagna il grisou che minaccia, da un momento all’altro, di arrostirci come piccioni. Dove troveremo un po’ di riposo noi?... Sarebbe stato meglio che avessi continuato il mio mestiere di sotto-sceriffo di Gold City.

— Avreste acquistati più meriti, mister — disse Giorgio.

— Lo so, ma quando uno è nato avventuriero morrà avventuriero. E poi chi avrebbe potuto resistere all’offerta fattami dal generale Custer? Toh!... Noi chiacchieriamo come pappagalli mentre la miniera può, da un momento all’altro, scoppiare come una gigantesca bomba.

— Speriamo di no — disse Harry. — Avanti, amici. Andiamo a vedere dove il fuoco arde.

Alzò la lampada per rischiarare meglio la galleria che non accennava a finire, e si rimise in cammino con passo spedito.

Delle nuvolette di fumo sfilavano lungo la vòlta, aspirate lentamente dal piccolo orifizio che gl’indiani non avevano potuto o saputo chiudere.

La temperatura aumentava sempre. Pareva che una immane fornace ardesse a non molta distanza.

Harry di quando in quando si arrestava, scuotendo la testa. Che cosa temeva? Che quel piccolo spiraglio, dopo rovesciata la chiusa, rialimentasse il fuoco e che qualche terribile scoppio avvenisse? La galleria scendeva sempre. Mucchi di carbone se ne vedevano dovunque e di quando in quando incontravano degli scheletri.