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160 | emilio salgari |
Harry, invece di rispondere, gettò intorno a sè un rapido sguardo.
I minatori nello scavare la galleria avevano ammonticchiati contro le pareti molti sassi e ve li avevano lasciati. Ve n’erano di tutte le dimensioni e taluni abbastanza appuntiti per servire se non come picconi almeno come scalpelli.
Ne prese quattro che credette i meglio adatti, poi disse:
— Ecco le nostre armi: impiegheremo molto tempo, tuttavia noi riusciremo ad aprirci un varco attraverso a questa parete.
«Non si tratta che di picchiare con gran forza.
— Ecco un uomo prezioso — disse Turner. — Confesso che non mi sarebbe mai venuta una simile idea e che mi sarei lasciato morire dinanzi a questa parete.
— Una domanda — disse John, guardando Harry, il quale cercava il punto migliore per assalire l’ostacolo. — Tu hai detto che questa muraglia deve essere stata alzata per soffocare il fuoco sprigionatosi nella miniera.
«Sarà spento o brucerà ancora? Io ho udito narrare che simili incendi durano talvolta parecchi anni.
— Anzi, dei secoli — disse Turner. — Mi hanno detto che nel Belgio ve n’è una che arde da tre o quattrocento anni.
— Vedremo più tardi se dovremo morire arrostiti o di fame — disse Harry. — Ecco le nostre armi. Assaliamo e non perdiamo tempo. Approfittiamo delle poche forze che ci rimangono.
— E la torcia? — chiese Turner, il quale la vedeva scemare a vista d’occhio. — Quanto... Noi siamo un po’ imbecilli, corpo di una granata!
— Che cosa volete dire, mister? — chiese Harry.
— Bruciamo gli stracci che avvolgono i cadaveri. Devono essere così impregnati di grasso da ardere come tanti falò.
— E noi metteremo a nudo quelle carcasse semi-putrefatte? — chiese Giorgio, facendo una smorfia.
— Ohè, camerata, quando si tratta della pelle si può fare anche il becchino. Affrettatevi finchè la torcia brucia ancora.
Fra qualche minuto tutto sarà finito.
I quattro uomini ritornarono sui loro passi, si gettarono sui cadaveri e malgrado la puzza orrenda che esalavano li misero a nudo, privandoli persino dei calzoneros abbastanza unti per poter facilmente prendere fuoco.
Anche le vecchie pelli di bisonte furono tolte.
La torcia d’ocote stava per spegnersi.
Turner ne improvvisò una con parecchi stracci, l’accese e la gettò contro la parete, dicendo:
— All’attacco, ora!...
Una luce vivissima aveva illuminato la galleria. I quattro prigionieri, afferrati i sassi si misero a picchiare disperatamente contro le adobes, sgretolandole come meglio potevano.