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148 | emilio salgari |
certa cura nelle loro pitture di guerra che li rendevano un tempo veramente spaventosi.
Il Consiglio era formato da Nube Rossa, Mocassino Rosso e altri quattro guerrieri scelti fra i più valenti che rispondevano ai nomi curiosissimi di Mocassino Pesante, di Piede Agile, di Uccello Bianco e di Bisonte Gobbo.
Minnehaha come accusatrice, era stata esclusa, ma si poteva considerare come la presidentessa del Consiglio.
Vedendo entrare i prigionieri, tutti si erano alzati, salutandoli con un a’ hu piuttosto ironico che benigno.
Gli uomini bianchi, sapendo già quale era ormai la loro sorte, avevano risposto con un’alzata di spalle.
Furono liberati dai legami che impedivano quasi loro di camminare e fatti sedere su una pelle di bisonte, poi la tenda fu chiusa e circondata da due dozzine di guerrieri armati di carabine e di winchester.
Nube Rossa caricò il suo calumet, lo accese al fuoco che ardeva in mezzo alla tenda, fra quattro pietre, e che tramandava un puzzo insopportabile bruciandovi rami di pino, aspirò alcune boccate senza fretta, poi lo fece circolare fra i suoi compagni terminando con Minnehaha.
S’intende che i prigionieri erano stati esclusi da quell’onore, niente affatto desiderato però, quantunque quella fumata costituisse una prova di fraterna amicizia.
Terminata quella singolare cerimonia, Nube Rossa si volse verso Minnehaha e le disse con voce brusca:
— Accusa.
La terribile donna, degna in tutto e per tutto di sua madre, della crudele Yalla, si sbarazzò del mantellone e, puntando una mano verso l’indian-agent, disse con voce fremente:
— Io accuso dinanzi a voi, che siete i più valorosi ed i più illuminati guerrieri delle nostre tribù, quell’uomo d’aver scotennata mia madre, la grande sakem degli Sioux.
Poi puntandola successivamente verso Harry e Giorgio, aggiunse:
— Io accuso quegli uomini di aver fucilato mio fratello, l’Uccello della Notte, nella gola del Funerale.
«Domando vendetta ai miei guerrieri.
— How!... — disse Nube Rossa, il quale, quasi rannicchiato su sè stesso, terminava la carica di tabacco del calumet, con una lentezza degna d’un fumatore olandese. — Tu hai accusato. How!... che l’uomo pallido dai capelli grigi si difenda.
«Noi siamo qui ad ascoltarlo.
John, a cui erano dirette quella parole, fece un gesto sdegnoso, poi rispose:
— È vero, io ho scotennato la madre della piccola sakem per vendicare il mio colonnello, che era stato scotennato da quella donna.