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la scotennatrice 143


Lord Wylmore fece una smorfia così comica che fece sorridere perfino Minnehaha, la quale pareva che si divertisse a quella scena.

— Aho!... — esclamò poi, alzando le braccia. — Io non avere veduto ancora vostre carte.

— Ho l’abitudine di portare sempre con me il mio rifle, un’arma che ha sempre avuto maggior valore delle mie carte e che ha sempre spaventato tutti i curiosi che me le hanno chieste.

— Non io.

Milord — disse Sandy Hook — quest’uomo lo chiamano il campione degli uccisori d’uomini e farebbe paura anche a me se fosse libero.

— Americani tutti birbanti allora.

Sandy Hook e anche Turner alzarono le spalle.

In quel momento Minnehaha fece un segno.

Tosto alcuni indiani afferrarono i prigionieri e li spinsero sotto un wigwam.

I quattro disgraziati non avevano nemmeno cercato di opporre resistenza. Legati come erano non avrebbero fatto altro che irritare maggiormente gl’indiani e correre il pericolo di venire scotennati innanzi tempo.

Erano stati lasciati soli, distesi su una vecchia pelle di bisonte che, se non aveva più peli, abbondava invece d’insetti; però al di fuori sei guerrieri armati fino ai denti vegliavano intorno al wigwam per togliere loro ogni idea di fuga.

— Pare che la vada male assai — disse Turner, che da vero uomo straordinario quale egli era, non appariva affatto abbattuto. — I nostri affari si sono guastati troppo presto. E Custer non si fa vivo!... Eppure sa bene che io esploravo la prateria.

«Possibile che i suoi scorridori non abbiano veduto la tromba di fuoco che tutto ha distrutto? Un ex-sceriffo non si dovrebbe lasciar crepare così, senza fare nessun tentativo per salvarlo.

— Avete sempre delle speranze? — chiese l’indian-agent, il quale invece, malgrado il suo straordinario coraggio, appariva assai abbattuto.

— Io, mio caro John, ho sempre avuta la bella abitudine di non disperare mai.

«Se mi fosse mancata la fede, a quest’ora di Turner, del campione degli uccisori d’uomini, del terrore dei banditi, non rimarrebbe che una vaga memoria.

— Questa volta però, mister, dovrete pur convincervi che non si può avere sempre fortuna, specialmente nella prateria — disse Harry. — Siamo presi e nessuno più ci leverà dalle unghie di questi prossimi parenti dei giaguari e degli orsi grigi.

— Nessuno di noi è ancora morto, mentre abbiamo già mandato all’altro mondo un buon numero di quei prossimi parenti delle belve feroci, come voi, non a torto, li chiamate — rispose Turner.