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Saturo di resina come era, fiammeggiava spaventosamente, tuonando e sibilando.

La sua corteccia si spaccava, lasciando scorrere dei veri torrenti di fuoco, i rami si contorcevano e scoppiettavano, le foglie si accartocciavano, poi prendevano anch’esse fuoco.

Una luce intensa, vivissima, si proiettava sotto la foresta.

Il gigante, minato alla base, sventrato dallo scoppio di trenta o quaranta libbre di polvere, aveva, dopo forse tre o quattromila anni, i suoi minuti contati.

Fortunatamente quegli alberi, avendo bisogno di molta terra per nutrire la loro mole, non crescono che ad una certa distanza gli uni dagli altri, sicchè gli incendi sono rarissimi.

Guai se tali foreste venissero invase dal fuoco, colle centinaia di migliaia di barili di resina che stanno rinchiusi entro le loro fibre!... Nessuno che si trovasse accampato sotto quei colossi certo si salverebbe, come non si salverebbe nessun villaggio e nessuna città che si trovasse fra due foreste1.

La truppa girò al largo, per non vedersi precipitare addosso qualche enorme ramo infiammato, e raggiunse lestamente l’accampamento formato da una mezza dozzina di wigwams, eretti in mezzo ad una diecina di altissimi pini.

Minnehaha aspettava i prigionieri, sulla cavalla bianca, avvolta nel suo superbo mantellone ricamato, come usava sua madre, non lasciando scorgere che le braccia nude ed i suoi mocassini ricchi di capigliature umane e tinti in azzurro e rosso.

Somigliava talmente a sua madre che John, per un momento, credette d’aver dinanzi la sua vittima che aveva uccisa e scotennata durante il sanguinoso combattimento di Chivington-Massacre.

Dietro la Scotennatrice, montato su un cavallo tutto nero ed altissimo, si trovava il vecchio Nube Rossa coll’eterno calumet fra le labbra, sempre fumante.

Minnehaha piantò addosso all’indian-agent i suoi occhi nerissimi, splendenti d’un fuoco selvaggio, ed un sorriso sinistro spuntò sulle sue labbra appena un po’ colorate.

— Era tempo che noi ci incontrassimo, è vero, mister John? — disse, con voce lenta ed ironica. — Molte volte la prateria ha fiorito; molte volte il centrouztle dal canto melodioso ha fatto il suo nido e molte inaqui quisis (mesi di Settembre, chiamati delle foglie pendenti) sono trascorsi.

— Sì, demonio!... — gridò l’indian-agent.

— Dov’è la capigliatura di mia madre? Io non la vedo ornare i tuoi mocassini.

  1. Ultimamente nel Canadà s’incendiarono le pinete distruggendo un gran numero di villaggi e divorando centinaia e centinaia di abitanti.