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108 emilio salgari


— Ti credo, fratello — rispose Harry. — Non ci hanno però ancora presi e molte cose possono succedere.

— Su chi vorresti contare? — chiese John.

— Noi abbiamo dimenticato, mi pare, che il generale Custer accampa sull’Horse con ottocento uomini.

«M’immagino che non rimarrà eternamente immobile fra le sue tende e che, se lo hanno mandato a fare la guerra agli Sioux, si deciderà a marciare verso i Laramie.

— Avete ragione, camerata — disse Turner. — Anch’io mi ero scordato di Custer.

«Bah!... Chissà!... Non disperiamo del tutto!... Ah!... Il nostro portinaio borbotta!... Brutto segno!...

Il grizzly aveva mandato in quel momento un urlo rauco e tremulo, indizio sicuro che cominciava ad arrabbiarsi.

— Sente gl’indiani — disse John. — I furfanti si avvicinano con infinite precauzioni.

— Povero portiere — disse Giorgio. — Finiranno per accopparlo.

Si erano messi tutti in ascolto, ma nessun rumore giungeva dalla parte della foresta.

Solamente l’orso continuava a brontolare e a dare continui segni d’inquietudine.

Turner, sollevata la botola, lo vide dinanzi alla porta in preda ad una crescente agitazione.

Si dondolava tutto, ora alzando le due zampe di destra ed ora quelle di sinistra, imitando il rollìo d’una nave sbattuta dalle onde, ed aguzzava gli orecchi, mentre il suo folto pelame si arruffava.

Aveva già fiutato il pericolo ed il vecchio Jonathan si preparava a difendere ferocemente il suo domicilio.

— Se è così infuriato, gl’indiani non devono essere lontani — mormorò il campione degli uccisori d’uomini. — Lasciamo che per ora se la sbrighi lui.

«Noi entreremo in scena il più tardi che ci sarà possibile.

Raggiunse i suoi compagni dopo aver ben richiusa la botola e dopo di avervi trascinata sopra la cassa contenente i biscotti guasti.

Harry e Giorgio spiavano la foresta dalla feritoia volta verso levante; John da quella volta a ponente, ossia in direzione del cañon.

Trascorsero dieci o quindici minuti in un’attesa angosciosa, poi John e Turner videro l’orso avanzarsi di alcuni passi sotto i giganteschi vegetali e lo udirono mandare un urlo ferocissimo. Quasi nel medesimo tempo dietro il tronco d’un big-tree, lontano dalla tana appena duecento passi, due lampi balenarono seguiti da due detonazioni.

Gli esploratori indiani che guidavano la colonna di Minnehaha e che seguivano ostinatamente le tracce dei fuggiaschi, avevano sparato sul terribile animale.

Il grizzly aveva risposto con un altro urlo ancora più feroce, un urlo