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Destri veniano, al pugilato, al disco,
Dell’Olimpica arena i combattenti,
Chiamava a sè la spettatrice turba
Con vana maestria fuor saettando
1590Dalla cruna d’un ago il sottil miglio:
Onde non lauro ambito, od oppio, o ulivo
Conseguì l’ardua, più che bella impresa,
Ma un vulgar moggio del negletto grano.
        Calinsi dunque omai le stanche vele,
1595E del loro gonfiar quasi pentite;
E, quando io le calava e vedea ’l porto,
Nel maggior tuo delubro, alta Milano,
La Lombarda corona Ferdinando
Alle tempie cignea, sull’onde salse,
1600Da custodir nel tuo tesono, o Marco,
Il Veneto spedia compagno scettro,
Acciocchè quella unicamente o questa
Non vantasse metropoli rivale
I segni entrambi del congiunto regno;
1605E l’arco, d’architetti e di scultori
Moltilustre fatica, alla Vittoria
Destinato dall’Uom, che per le chiome
Lungamente la tenne, inaugurava
Il pacifico Augusto a miglior Nume.