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Cadea prigione sovra i patrii mari,
E dell’Italia sua, sempre divisa,
Sempre in guerra fra sè, prigion cadea?
1520Gioisci, ben ti sta, dell’arse, o prese,
Là nell’acque di Curzola triremi,
Di Venezia rival, Genova altera;
Se adornar non può, vivo, il tuo trionfo
Dandolo, l’Ammiraglio, che d’incontra
1525Al maggior pino della vinta nave
Si fracassava la delira testa,
Perchè, cinte le mani di catene,
Gli contendean la morte desiata,
Sorvive Polo, gloriosa spoglia,
1530Adriaca non pur, ma d’Oriente.
Ed egli, prigionier fra le tue mura,
La bozza nel nativo dialetto
A Francese palmier fia che consenta
De’ suoi per l’Oriente ardui viaggi,
1535Che nel Franco sermon la prima volta,
Nell’Italico poscia e nel Latino,
S’ammireran; ma d’Agiarne quivi
Scomparirà l’istoria; chè, smarrita
Della bozza la pagina amorosa,
1540Rinverralla soltanto a’ dì più tardi,
Vivo ornamento di Liguria bella,
L’erudito1 Spotorno. Io lo inchinai
Tra i codici e i papiri, or compiè l’anno,
E nell’alterno favellar giocondo
1545Dell’alato leon vassallo un tempo
Udendomi, il cortese Sapiente
La lieta mano a un suo guardato scrigno
Stese, il dischiuse, e la vetusta carta
Trattane, e letta: Guarda, mi dicea,
1550(Se vision non fu pur questo o sogno,

  1. Autore della Storia letteraria della Liguria, e del Codice diplomatico Colombo-Americano.