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L’anima eccelsa e l’onorata penna.
Tra queste d’Isabella il giovin figlio,
Nella scuola difficile sì addentro
170D’eccitar fra gli amici un riso urbano
Con detti, che va il lepido talora,
Volendo ed infingendosi per poco,
Del goffo ad acquistar nell’officina;
E de’ natii canali il desiato
175Gondoliere, 1 che a un bel raggio di luna
Invece degli altrui canta i suoi canti;
Col buon prence2 dall’Ipani alla tomba
Della Sirena ambasciador venuto,
Ov’ei, credo, affinò l’arti già conte
180D’ammaliar dolcemente ingegni e cori.
Il crocchio dilettevole a gran notte
Prodotto, e molte tenebre di voci
Nel lepido trastullo, ond’io ragiono,
Da molti ad or ad or densate e sciolte,
185Partimmo al fin, che già il tonante bronzo
Salutava dal mar l’alba nascente.
De’ veridici sogni è questa l’ora,
Ed io non pria su i taciti origlieri
Posai la stanca de’ fantasmi sede,
190Che un’incerta di femmina persona
S’affacciò agli occhi miei nel sonno involti.
Le membra, dislogate alle giunture,
Qual di barbare età creduta maga
Che saggiò della côlla o della ruota,
195Opaca ricopria sottana veste,
E l’abito di sopra a più colori
Era un viluppo d’ingegnosa rete;
Crespa la chioma e inanellata, i piedi
Di fettuccia strignean giri e rigiri;
200Semplice un velo e senza gruppi un nastro

  1. Luigi Carrer.
  2. Lodovico Jablonovski.