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* xxiii. *

Incontro al fosco stuol guidava un Fante.
395Ma di tanta ruina e sì funesta
Strage mossa a pietà l’Idalia Dea
A l’incauto Garzon feo co’ begli occhi
(Poi ch’era a sorte incontr’a Febo assisa)
E con gentil sorriso occulti cenni.
400Tosto si scosse impaurito Apollo,
E si riflette, e con attento sguardo
Le genti tutte trascorrendo e i luoghi
De l’insidia s’accorse, e ’l bianco Fante,
Che spinto incontro avea, con pronta mano
405Ritrasse indietro, et al fatal periglio
L’Amazone rapì. ma il figlio allora
De l’Atlantide Maja empie di gridi
Il Circo tutto, e prigioniera o morta
La mal difesa Donna egli pretende.
410La turba degli Dei s’agita e freme
Di pareri discorde: e ’l biondo Apollo
In guisa tal si difendea da l’alto
Lido parlando: E perchè mai non puote
Chi di giocosa guerra a i premi aspira
415Gl’incauti falli de l’errante destra
Corregger poi, ciò non vietando i patti.
Che se da indi innanzi in mente hai fiso
Ciò più non tolerar, legge si faccia,