Pagina:La scaccheide.djvu/24


* xviii. *

(Poi chè questo credean non lieve acquisto)
270In ciò la sorte al Condottiero arrise.

Tacito allora e in se raccolto ei pensa
Qual di sue schiere or più condur gli giovi
Al pinto campo in mezzo; et a quel Fante,
Che da l’oste il suo Re copre e difende,
275Moversi impone, et oltre andar due passi;
Cui tosto il Condottier del popol nero
Oppone e guida anch’esso in dritta riga
Un suo nero Pedone, e gli comanda
Che del nemico, il qual s’appressa, a fronte
280Con l’armi sue si fermi, e ’l mosso assalto
Con pari ardir sostenga, ed arme pari.
Stan dunque un contro l’altro in mezzo al campo
Fermi, e tentan in vano alterni colpi,
Poi chè pugnando in dritta riga i Fanti
285Non hanno di ferirsi arbitrio e legge.
Sottentrano in ajuto e quinci e quindi
A destra et a sinistra i lor compagni,
E tutti d’arme e Armati empiono i luoghi
Alternando le veci; ancor la pugna
290Non si confonde orribilmente e mesce;
Marte placido scherza in mezzo a l’armi,
E tentan lievi zuffe in se ristretti.
Quando il nero Pedon, che al bianco incontro