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sguardare nella tenuità del dono l’ampiezza del desiderio in chi ora ad offerirglielo s’appresenta. Non voglio stancare più lungamente la tolleranza di V.E., e nel porgerle questo pegno della divozione e servitù mia, prego il Cielo, che ancora per ben nostro conservandola lunghissimo tempo, la ricolmi d’ogni felicità.