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di s. benedetto | 91 |
un tale ufficio; e ciò, perché restino edificati coloro che ascoltano. Il che si faccia con umiltà, gravità e trepidanza, da colui cui l’Abbate lo ingiungerà.
Del lavoro giornaliero.
CAP. 48.°
L’oziosità è la nemica dell’anima.
Onde in certi tempi hanno i fratelli
da occuparsi in lavori di mani, e in
altri nella divina lettura. Perciò
crediamo di ordinare così le une e le
altre ore: cioè, che dalla Pasqua sino
al primo di Ottobre, uscendo la
mattina da Prima, lavorino in quello ch’è
di necessità, sin quasi all’ora quarta.
Dall’ora quarta sin quasi a Sesta
attendano alla lettura. Dopo Sesta,
levandosi da mensa, si riposino nei loro
letti in perfetto silenzio; o se per
avventura qualcuno volesse leggere,
legga ivi così, che nessuno ne sia
disturbato. Si dica l’officio di Nona più