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giuriatore, non tardo, non prodigo; ma timorato di Dio; il quale sia siccome un padre a tutta la comunità. Egli si prenda pensiero di tutto: senza il comando dell’Abbate non faccia mai nulla: mantenga quanto gli viene ordinato; e non contristi i fratelli.

Se qualche fratello chiede a lui alcuna cosa irragionevolmente, non però lo rampogni con disdegno; ma nieghi la cosa ragionatamente e con umiltà a chi male la chiede. Custodisca il Cellerario l’anima sua, memore sempre di quei precetto Apostolico: Che il buono amministratore si procaccia un gran merito. — Abbia cura con ogni sollecitudine degl’infermi, dei fanciulli, degli ospiti, dei poveri, sapendo che nel giorno del giudizio renderà conto di tutti costoro. Riguardi tutti ì vasi e le sostanze del monastero, come se fossero i vasi sacri dell’altare. Niuna cosa permetta che vada a male; non proceda da avaro, e non sia prodigo o dilapidatore della