l’ottantesimo nono: nella sesta feria, il
settantesimo quinto e il nonagesimo
primo: nel sabbato poi il centesimo
quarantesimo secondo, e il cantico del
Deuteronomio, che si dividerà in due
Gloria. Ma negli altri giorni si dica il
cantico dei Profeti, appropriato a quel
giorno, come usa la Chiesa Romana.
Dopo di ciò si dicano le laudi, e poi una
lezione dell’Apostolo, a memoria, il
responsorio, l’inno, il verso, il cantico
del Vangelo, la litanie: e si finisce.
L’officio del mattino e della sera
non termini giammai, senza che si dica
in ultimo dal Superiore, ascoltando
tutti, l’orazìone domenicale, a cagione
delle spine degli scandali che sogliono
nascere; onde tutti i presenti, per la
promessa di quell’orazione, con cui
dicono, Rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri
debitori, si purifichino da cosifatto
vizio. Ma l’ultima parte di questa
orazione si reciti da tutti sicché ognuno
risponda; Sed libera nos a malo.