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40 | la regola |
Il duodecimo grado di umiltà è, che il monaco non solo conservi l’umiltà nel cuore, ma anche la dimostri sempre nel suo portamento a tutti quelli che lo veggono; cioè nell’opera di Dio, nell’Oratorio, per il Monastero, nell’orto, nella via, nel campo, o dovechessia, sedendo o camminando, o stando in piedi; e abbia sempre il capo chino, gli occhi al suolo, stimandosi ognora reo dei proprii peccati, e in atto di presentarsi al tremendo giudizio di Dio; ripetendo sempre quello che il pubblicano dell’Evangelo diceva con lo sguardo volto alla terra: O Signore, non sono degno io peccatore di levare gli occhi miei al cielo. — Ed anche col Profeta: Io vo sempre curvo ed umile da pertutto. —
Pertanto, ascesi che abbia il monaco tutti questi gradi di umiltà, presto giungerà a quella carità di Dio, che quando è perfetta, manda via ogni timore: per mezzo della quale tutto ciò che prima ci faceva con qualche