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184 | la regola |
amaro ogni terreno diletto, ch’io sopporti con pazienza ogni gravezza ed avversità, che dimentichi ed abbia a vile ogni bassa creata còsa. Solleva in cielo a te il mio cuore, e non consentire che io mi svaghi tra le mondane vanità. Dammi che io trovi ogni dolcezza in te solo da oggi in poi sino alla fine; perocchè tu solo sei il mio cibo e la mia bevanda, l’amor mio, la mia gioja, la mia dolcezza, il mio bene supremo.
Oh che sarebbe, se tu m’accendessi tutto colla tua presenza, e in te mi consumassi e mi trasfondessi, sicché io facessi con te un solo spirito per grazia d’intima unione e per istruggimento d’interno amore! Deh! non soffrire che io mi parta da te digiuno e senz’affetto: ma fa’ con me opera di misericordia, siccome spesse volte facesti maravigliosamente coi Santi tuoi. Oh che miracolo sarebbe questo, che io divampassi tutto d’amore per te e mi struggessi; essendo ben tu