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176 | la regola |
non ha un tanto di bene, che tu così te gli dia.
Adunque io confesso la mia viltà; riconosco la tua bontà, lodo la tua pietà, e ti ringrazio di codesta sovrabbondante carità. Imperocché tu fai tutto questo per tua grazia, non per mìo merito; ed affinchè la tua bontà mi sia più manifesta, e più m’accenda dell’amor tuo, ed a più perfetta umiltà io sia persuaso.
O dolcissimo e benignissimo Gesù, quanta riverenza e quanti ringraziamenti con perpetua lode ti si debbono per ricevere il tuo sacro Corpo, il cui valore nessun uomo al mondo è da tanto, che lo spieghi!
Ma che penserò io nel fare questa Comunione, nell’accostarmi al mio Signore, che io non ho il potere di onorar degnamente, e nondimeno desidero di ricevere divotamente? Che penserò di meglio e di più giovevole, se non umiliarmi profondamente innanzi a te, esaltando la tua infinita