grami, illumina e visita l’anima mia
in questa distretta. Io son morto; ma
tu risuscitami, perchè sono tua fattura
ed opera delle tue mani. O signore,
non mi discacciare da te; perchè io
sono il tuo servo, benchè malvagio e
indegno e peccatore: però qual che io
sia, o buono o malvaggio, son sempre
tuo. A chi correrò io per ajuto, se non
a te? Se tu mi ributti, chi più vorrà
accogliermi? Se tu rivolgi da me la
feccia, chi altro mi guarderà? Ricevi
dunque benignamente quest’indegno
che ricorre a te, se ben sia così vile e
sudicio di peccato. Perocchè s’egli è
vile e sudicio, tu lo puoi mondare; se
cieco, tu gli puoi restituire la vista;
se infermo, tu puoi sanarlo; se morto
e sepellito, tu puoi risuscitarlo:
conciosiachè la tua misericordia è
maggiore della mia iniquità; la tua pietà è
maggiore delle mie scelleratezze; e tu
puoi rimettere più che io non ho
commesso di colpe, e perdonare più
peccati che io non mi sono vergognato di