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di s. benedetto 145

offre l’adorazione e presenta l’azione di grazia dovuta alla sovranità e alla beneficienza infinita di Dio, impetra ed ottiene ancora la propiziazione e il perdono dei nostri peccati, mettendo davanti all’eterno Padre la morte volontaria alla quale si è sottomesso il suo diletto Figliolo per riconciliare i peccati; o piuttosto, mettendogli davanti il suo Figliuolo medesimo, sotto i segni di quella morte colla quale il Padre è stato placato. Così il sacrifizio dell’altare è propiziatorio per i peccati e per le pene de’ fedeli vivi e defunti, senza che siano assolutamente esclusi gl’infedeli, gli eretici e gli scismatici; ed è meritorio di tutte le propiziazioni e le grazie, non però come se Gesù Cristo acquistasse nuovi meriti nel sacrificio dell’altare (il tesoro infinito de’ suoi meriti è stato acquistato nel sacrificio della Croce), ma per la virtù che ha il Sacrificio incruento; essendo quello un solo e medesimo sacrifizio.