Gli venga concesso però di stare dopo
l’Abbate, e benedire e celebrare la
messa, se l’Abbate glielo comanderà.
Altrimenti, in nessuna guisa ardisca di
far checchessia, sapendo ch’è soggetto
alla disciplina regolare, e deve in tutto
più degli altri dare esempio di umiltà.
E se alcuno fosse nel monastero, o
per celebrare i divini uffizi o per altra
cagione, tenga quel luogo che gli si
compete, secondo il tempo in cui
venne in monastero, non il posto che gli
si concederebbe per riverenza al
Sacerdozio. I Chierici poi, se alcun di
loro per lo stesso desiderio volesse
entrare tra i monaci, siano collocati in
posto mediocre; purché promettano
l’osservanza della regola e la loro
stabilità.