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senta: lei ha tanti biglietti nuovi, senta: io
ho messo da parte, per quando sarò gettato
in un angolo, un po’ di denaro, ma è tutto
in biglietti piccoli, un po’ sporchi; e il piacere
è se può cambiarmeli. —
Così dicendo, nel rivelare il suo gran segreto, zio Juanne Battista arrossì. Una fiamma passò anche sul volto del negoziante.
— Se non è che questo!
— Questo, questo solamente!
— Portate fuori! Portate fuori! —
Il vecchio entrò in una cumbissia; ne uscì poco dopo, con un involto in mano; vide Bellia che, con la testa entro il portone, sembrava spiare, e nascose l’involto.
— I suoi servi spiano, — disse piano. — È meglio che non vedano, capisce vossignoria.
— Sì, sì, — disse l’altro con premura, mentre zio Juanne Battista lo attirava entro la cumbissia, tutta ingombra di stuoje e cestini ancor freschi.
S’avvicinarono alla piccola finestra, e lì, sul davanzale terroso, davanti ad un fresco sfondo di brughiera primaverile, scambiarono i denari.
Antonio Dalvy uscì fuori tutto rosso e sbuffante, vide anch’egli il viso terreo e gli occhi cisposi di Bellia spuntare nel vano del portone centrale, e attraversò il cortile a rapidi passi.