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cavallo, bajo balzano, molto bello anche quello,
e va dal signore, e gli dice: «Ora lei non ha
come tornarsene in paese: prenda questo cavallo
che le regalo io.» Quello là s’è messo
a guardarlo, poi s’è messo a ridere, e cosa
fa? accetta il cavallo, e dice: «mi riserverò».
Poi ho saputo che, tornato in terra ferma, ha
mandato al principale un scatola di dolci.
— Bene! — dissero i servi, che si divertivano assai, udendo parlare il vecchio: e Bellia aggiunse:
— Che la giustizia lo percuota, quel signore era un’aquila in paragone del principale.
— E questa giumenta si può vedere? È probabile che il padrone l’acquisti, tanto più che abbiamo finito il giro.
— La giumenta non è qui: ma se volete, io, domani, la reco qui, e voi intanto andate e tornate col padrone.
Restarono intesi così. I due servi tornarono nel vicino villaggio, e informarono il padrone: e l’indomani tutti furono di nuovo davanti al primo portone della chiesa.
Bellia prese l’ombrello del padrone, Ghisparru tenne fermo il cavallo, e Antonio Dalvy smontò pesantemente, sbuffando, aprendo gli occhi verdi.