Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 62 — |
remo la grazia, e può darsi che andiate a morire al vostro paese. Zio Chircu negò ancora, con selvaggia energia.
— No, quando anche io dovessi vivere tanti anni quanti granelli di arena vi sono nel mare e passarli sempre qui, no, io non ho ammazzato nessuno, no, no, e no. —
Fu fatto uscire. Ritornato presso zio Pretu, che lo aspettava con ansia, gli narrò irosamente ogni cosa.
— Ah, diavolo, — disse il vecchio, — tutto questo è ingiusto. Io ho veramente ammazzato il prete, non c’è che dire, e se mi chiamano lo confesso ancora, e se mi vogliono graziare mi grazino pure. Ma che tormentino un povero diavolo come te, oh, questo non è giusto! —
Zio Chircu fu di nuovo chiamato il giorno dopo dal direttore e nuovamente interrogato.
Egli si sentiva montare il sangue alla testa: ancora un poco e si sarebbe gettato sul direttore, tanto non aveva più nulla da temere.
— Ebbene, quando è così, — disse il direttore cambiando accento, — sappiate che si è scoperto il vero colpevole. Veramente non è si scoperto; è lui che, vinto dal rimorso, ha confessato, ma fa lo stesso. Preparatevi dunque con animo sereno, perchè fra poco sarete libero. —