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— Ebbene, perchè non scrivi a qualcuno, che cavi fuori la brocca e ti mandi dei denari? Si potrebbe far miglior vita, comprare questo comprare quest’altro.
— Un corno! Si tengono tutto; lo conosco meglio di te io, il mondo.
— Ma e... allora?
— Ebbene, e allora? Lo so cosa vuoi dire. Ebbene, lo dirò ad un povero, in punto di morte. Sì, ad un povero. Che poi preghi per l’anima mia. —
E passavano i giorni, i mesi, gli anni.
I capelli di zio Chircu diventarono grigi, il suo petto s’incavò, la sua statura diminuì. Zio Pretu era quasi decrepito, ma sembrava non più vecchio del suo compagno, e continuava a dir bugie e a riderne. Si poteva dire ch’egli narrava con esauribil vena le sue fole, più per divertir se stesso che gli altri.
Un giorno finalmente accadde un fatto straordinario. Zio Chircu fu chiamato dal direttore dello stabilimento penale. Egli vi andò alquanto smarrito, non essendogli mai accaduto una simile cosa. Il direttore gli disse:
— Oramai son trascorsi tanti anni, siete vecchio e potete finalmente dire la verità. Avete sì o no commesso il delitto? Dite la verità, tutta la verità. Vi gioverà; vi chiede-