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rosse, e dietro questo signore entrarono due poliziotti. Zio Chircu sentì raffreddarglisi il cuore: intuì ciò che doveva accadere, e per un momento ebbe paura. Ma tosto pensò:
— Dirò la verità, e basterà. —
Tutto ciò rapidamente.
— Chi vi ha consegnato questo foglio? — gli domandò il signore dalle labbra grosse.
— L’ho trovato — rispose zio Chircu rispettosamente, alzandosi e tenendo in mano le scarpe dell’amico.
— Dove lo avete trovato?
— Così e così.
— Buon uomo, — disse il signore, con una certa buona maniera, forse temendo che quell’uomo alto e selvaggio facesse ribellione, — voi dovete far il favore di venir con noi per raccontar meglio il fatto al signor ispettore.
E zio Chircu li seguì docilmente illuso in cuor suo che bastasse dir la verità per esser creduto. Ma in fondo all’anima sentiva una misteriosa oppressione, l’occulto presentimento di cose spaventose.
Nell’ufficio, il signore e i poliziotti cambiarono di modi. Zio Chircu fu di nuovo interrogato rudemente da un altro signore pallido e calvo, poi fu spogliato e frugato. Gli