Pagina:La regina delle tenebre.djvu/28


— 22 —


— Colorate?

— Sì, anche colorate, sai: come ti chiami, suvvia, dimmelo?

— Gino.

— Oh, bravo! Gino, dunque... —

Ma il bambino parve pentirsi.

— No, non mi chiamo Gino, mi chiamo con un altro nome.

— Ebbene, sia pure un altro nome, io ti voglio chiamar Gino. Dunque dicevo, libri con belle figure colorate. Poi partiremo. Sei passato in questa strada per venire?

— Sì, qui. E nelle figure cosa c’è? C’è la pattuglia? — domandò abbassando paurosamente la voce.

Matteo non rispose. Improvvisamente, pensando che tornava alla casa ove aveva creduto di non rientrar mai più, lo coglieva un senso di gelo. Tutte le sue angosce, da qualche istante assopite, lo sopraffecero. Dimenticò il piccolo sconosciuto che teneva fra le braccia e pensò:

— Perchè ho prolungato la mia agonia? —

Il bimbo s’accorse vagamente che il suo amico s’era mutato, e lo guardò fisso, timido, tutto in preda anch’egli dei suoi piccoli pensieri. Che aveva quel signore che lo teneva fra le braccia? Lo ingannava? Se invece di